Le Città & i Quartieri del Futuro
Le misure restrittive attuate per arginare il diffondersi della pandemia hanno dato nuovo valore alla vita di quartiere nelle città: lo shopping di prossimità, la riscoperta delle botteghe e l’uso dei mezzi di trasporto solo per le lunghe percorrenze sono solo alcune delle punte di diamante dell’abitare local.
Un ritrovato modo di vivere i luoghi che, senza dubbio, influenzerà il disegno delle città del futuro: al centro della riflessione di progettisti e urbanisti, si intrecciano infatti il concetto di prossimità spaziale e quello di vicinanza temporale.
Lo abbiamo visto prima con la ville du quart d’heure di Anne Hidalgo, sindaca di Parigi che ha immaginato una Ville Lumière a misura di quarto d’ora. Secondo la trasformazione urbanistica ideata da Carlos Moreno, professore alla Sorbonne e mente del progetto, la città di 15 minuti richiede spostamenti minimi tra alloggi, uffici, ristoranti, parchi, ospedali e luoghi culturali per garantire in ciascun quartiere sei funzioni sociali: vivere, lavorare, mangiare, prendersi cura di sé stessi, imparare e divertirsi.
Sulla scia del programma presentato dalla capitale francese sono nati poi altri esempi che promuovono la vita di quartiere: da Milano a Barcellona, passando anche per Genova e Melbourne.
Il capoluogo ligure sta ripianificando infatti il tessuto urbano secondo un modello che si chiama la città dei 2 km: il programma di restyling promosso da Simonetta Cenci, assessore all’Urbanistica e ai Progetti di riqualificazione, è partito dal recupero del Silos Granario Hennebique, che avrà destinazioni commerciali e culturali, per portare il cuore della rigenerazione territoriale prima di tutto nel centro storico, tra l’incentivo alla mobilità sostenibile e la difesa delle botteghe, baluardo di una tradizione culinaria e artigianale millenaria.
Oltreconfine, mentre alcune grandi metropoli si svuotano, come New York altre ragionano a fondo sui principi della prossimità e della relazione. È il caso ad esempio di Melbourne, la capitale dello stato australiano di Victoria che ha varato il piano twenty minutes neighborhood, impegnandosi a garantire ai cittadini la possibilità di soddisfare la maggior parte dei propri bisogni quotidiani con una semplice passeggiata nei dintorni estesi della propria abitazione.
Come spiega Davide Agazzi a Forbes, “Un modello di città-contrada ha certamente degli elementi di interesse, ma rischia di far vivere in una bolla e di diventare alla fine escludente, producendo inoltre una città più simile a quello che non ci piace di una provincia dove alla fine ci si lamenta perché non c’è nulla di nuovo da fare e le persone che incontriamo sono sempre le stesse”. Noia totale o amore incondizionato?
Di questo e molto altro parleremo a Mipim Cannes, non mancate!
Fonte: https://www.elledecor.com/it/lifestyle/a35115150/citta-del-futuro-come-cambiano-i-quartieri/